Ci sarebbe anche una vittima, deceduta un anno fa.
I soldati dell’esercito hanno 24 e 38 anni e hanno partecipato alle missioni nei Balcani
Ancora morti e malati per possibile contaminazione da uranio impoverito: i casi sono due e si registrano in provincia di Lecce.
Lo denunciano l’Associazione vittime uranio e l’Associazione ruolo d’onore Carlo Calcagni, attraverso il sito vittimeuranio.com, da anni impegnato in un’azione di denuncia su questo fronte.
“Due i nuovi casi di malattia – si legge online – che riguardano altrettanti militari dell’esercito della provincia di Lecce, di 24 e 28 anni.
Entrambi stanno combattendo con il cancro in seguito al rientro da alcune missioni nei Balcani.
Sono state, da tempo, inoltrate le richieste per il riconoscimento della causa di servizio, ma ad oggi ancora nessun esito”.
“Così come aspetta ancora una risposta – prosegue Vittimeuranio.com – la famiglia di un maresciallo dei carabinieri, sempre della provincia di Lecce,
deceduto circa un anno fa a causa di un cancro.
L’uomo era stato in missione in Bosnia.
I familiari non hanno voluto denunciare pubblicamente l’accaduto, ma ora pretendono giustizia”.
“Tutto questo – afferma Francesco Palese, giornalista che cura il sito – mentre si fa sempre più tortuoso il percorso per l’ottenimento dei benefici previsti dal Dpr 37/2009
e si rischia concretamente di perdere oltre 24 milioni sui 30 che la legge finanziaria del 2008 aveva destinato alle vittime.
Questo per l’eccessiva burocrazia degli apparati della Difesa.
Per facilitare una minima forma di assistenza la senatrice di Io Sud Adriana Poli Bortone ha presentato un emendamento alla manovra finanziaria”.
Le Associazioni
fanno quindi un appello ai parlamentari, invitandoli a sostenere l’emendamento.
Secondo il portale “i militari malati sono oltre tremila, oltre 200 invece quelli morti. Ma nessuno si preoccupa di loro”.