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IL CORANO: TRADUZIONI E MISTIFICAZIONI. Minima Cardiniana N° 69

13 Aprile 2015
in Articoli

Il quotidiano “Il Giornale” ha proposto di recente la traduzione del Corano di Cherubino Mario Guzzetti presentandolo come “spiegato da Magdi Cristiano Allam” e sottolineando che si tratta di un libro la conoscenza del quale è indispensabile. Il che è del tutto vero: salvo che può preoccupare il fatto che il Libro Santo dell’Islam finisca nelle mani di gente che poco o nulla conosce della Bibbia e del Vangelo ma che intende avvicinare il Corano per ricevere conferma dei suoi pregiudizi sull’Islam. In effetti, la citazione che con rilievo viene stampata sulla copertina (“Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo (…) Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi”: sura 8, at-Tawba/al Barà’a, “La conversione/L’immunità”, 12-17), e soprattutto la frase che si legge a suggello dell’edizione, sulla quarta di copertina (“Perché l’Islam minaccia l’Occidente”) rendono perfettamente chiare sia le intenzioni di “curatore” e editore, sia il livello di onestà intellettuale che ha presieduto all’iniziativa editoriale. Ancora più evidenti poi, le une e l’altro, quando si leggano queste parole conclusive della Prefazione:

“… se è vero che Allah per i musulmani è dio, non è affatto vero che il dio dei musulmani coincida con il Dio dei cristiani. Anzi è vero l’opposto, considerando che l’islam accusa il cristianesimo di idolatria per la fede nella Trinità”.

Se una differente interpretazione teologica conduce alla conclusione – indebita – secondo la quale saremmo in presenza di due differenti sostanze divine, ne conseguirebbe analoga differenza tra il Dio veterotestamentario e quello cristiano? Ma le intenzioni dei responsabili di questa iniziativa risultano più chiaramente in un passo successivo:

“Solo leggendo il Corano potremo capire le radici di un’ideologia che legittima l’odio, la violenza e la morte, che ispira il terrorismo islamico ma anche la dissimulazione praticata dai ‘musulmani moderati’, perseguendo il comune obiettivo di sottomettere l’intera umanità all’islam, che è fisiologicamente incompatibile con la nostra civiltà laica e liberale poiché nega la sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta”.

Si tratta di una visione perversamente menzognera ed etnocentrica che si traduce in slogans propagandistici e in banalità denigratorie oltretutto da tempo destituite di qualunque fondamento: come dimostrano studi che aiutano a correttamente impostare la complessità del problema, quali Il Corano di Paolo Branca (Il Mulino 2001), Il Corano e la sua interpretazione di Massimo Campanini (Laterza 2004), Non nominare il nome di Allah invano. ll Corano libro di pace di Massimo Jevolella (Boroli 2004), Il Corano. Una lettura di Biancamaria Scarcia Amoretti (Carocci 2009), mentre a proposito dei rapporti testuali si deve consultare Bibbia e Corano. I testi sacri confrontati di Ugo Bonanate (Bollati Boringhieri 1995. Né può essere dimenticato Gesù Cristo nascosto nel Corano di Giulio Basetti Sani (Gabrielli 1994).

Due parole merita altresì il diffuso, disonesto, sleale malvezzo dell’estrapolazione: citando magari anche con esattezza passi isolati di un qualunque documento ed evitandone sia la corretta contestualizzazione sia la lettura filologicamente critica per affidarsi viceversa al loro puro valore letterale (aggravato per giunta dagli equivoci della traduzione) si può far dirgli quel che si vuole in spregio alla logica e alla verità. Basti pensare che fine ha fatto troppo spesso il famoso passo evangelico di Matteo, 10, 34 (“Non sono venuto a portare la pace, ma la spada”); o riferirsi all’agghiacciante finale del dolcissimo, struggente “salmo dell’esilio” (Salmi, 137/136, 8-9: “Figlia di Babilonia, votata alla distruzione: – beato chi ti ricambierà quanto hai fatto a noi! – Beato chi prenderà i tuoi pargoli – e li sbatterà contro la roccia!). E’ noto che molti, fondandosi soprattutto sui libri “storici”, hanno accusato la Bibbia di essere un “libro di guerra” dimenticando del tutto sia il magistero della Torah, sia l’altissimo messaggio dei profeti. Si tenga presente che sarebbe facilissimo, affidandosi al metodo estrapolatorio, dimostrare che la Bibbia è un libro guerrafondaio e il Mein Kampf un saggio ispirato al pacifismo radicale.

Cito comunque qui di seguito, a proposito della pubblicazione de “Il Giornale”, due preziose e illuminanti schede di Paolo Branca la competenza del quale al riguardo è universalmente riconosciuta:

—–

1. “DIO PERDONA, DARWIN NO

Corano: Magdi Allam lo denigra, non potendo metterlo al bando

(…) Sabato 14 marzo “Il Giornale” ha offerto ai suoi lettori Il Corano “spiegato” da Magdi Cristiano Allam come allegato di una collana di perle definita pomposamente “Biblioteca delle libertà”.

Ognun sa quanto ‘libera’ sia la stampa, specie in Italia e in questi tempi di crisi… Una spiegazione del Corano potrebbe certamente ambire tuttavia a liberare questo grande codice dell’umanità non soltanto dall’abuso scriteriato che di alcuni suoi versetti fanno i tagliagole di turno, ma soprattutto dalla cappa d’intoccabilità che lo sterilizza anche a svantaggio dei suoi stessi seguaci e dal baratro di supponente ignoranza con cui viene tirato in ballo ormai praticamente da chiunque.

Ma nulla di ciò troviamo nella quarantina di striminzite e abborracciate pagine della “spiegazione”, seguite dalle 400 della dignitosa traduzione annotata del compianto padre salesiano Cherubino Mario Guzzetti.

Il “gran comento” si apre facendoci rilevare che nelle 5 preghiere giornaliere, i musulmani ripetono per ben 17 volte il primo breve capitolo del Corano il cui contenuto essenziale sarebbe la condanna verso ebrei e cristiani.

Peccato che questa antica sura risalga al primo periodo della predicazione del Profeta, tutto teso a presentare l’Islam in continuità coi precedenti monoteismi abramitici in funzione anti-pagana. Approfittare dell’occasione per sconfessarne tale errata e tendenziosa interpretazione naturalmente non è stato affatto preso in considerazione dal sagace prefatore che da subito ha cominciato ad allinearsi, per restarvi coerentemente, al “verbo” dei fondamentalisti.

Del resto, a suo stesso dire, l’Islam “moderato”(qualunque cosa possa intendersi con questa infelice espressione) non esiste, quindi chi non la pensa come lui e i suoi qualificati referenti tagliagole non solo non è moderato, non è nemmeno musulmano, ma soprattutto neppure esiste.

Ne consegue che l’Egitto “laico” di cui ha nostalgia è stato tale per merito di Bonaparte, del Canale di Suez e – bontà sua – anche del presidente Nasser, ma solo in qualità di repressore dei Fratelli Musulmani. Sul fatto che questi ultimi ci siano ancora, mente; sul nasserismo (che aspirava all’unità, all’indipendenza e allo sviluppo del mondo arabo) sia morto e sepolto naturalmente neppure una parola, salvo la deprecazione della bizzarra ostilità del Rais nei confronti d’Israele.

La stessa mamma dell’autore, pur donna “straordinaria”, musulmana “osservante e assai zelante”, avrebbe avuto il solo merito di mandarlo con grande sacrificio alle scuole cristiane dove però trovava “valori condivisibili”, dimostrando una moderazione impossibile tanto ai suoi tempi, quanto ai nostri in cui tali scuole ancora operano in Egitto, frequentate soprattutto da musulmani che come lei vengono così derubricati quali capricci del caso ed eccezioni che confermano la regola, similmente al padre definito con un ossimoro “musulmano laico”!

Ma torniamo al Corano: in una recente trasmissione televisiva cui ho partecipato Magdi Cristiano Allam ha candidamente affermato che dovrebbe essere “messo al bando” (?), ma non potendolo ovviamente neppur immaginare se non tramite una riedizione elevata all’ennesima potenza del nazionalsocialismo, in queste poche paginette ci si limita a denigrarlo “in modo pacato e assolutamente oggettivo”.

Madamine, il catalogo è questo:

1. Allah non l’ha inventato Maometto, ma era il supremo Dio degli arabi anche prima di lui (come se le nostre chiese non riportassero sulla facciata il classico e pagano D.O.M. che usualmente indicava Giove). 2.

Dice tutto e il contrario di tutto (anche in questo caso contrariamente ad altri testi sacri che seguirebbero sempre logiche ferree e adamantine).

3. Il suo messaggio sarebbe unicamente la guerra agli infedeli (26 versetti de-contestualizzati su oltre 6mila)

4. e l’annientamento di ebrei e cristiani (16 versetti decontestualizzati su oltre 6mila)

5. coi quali sarebbero possibili solo temporanee tregue, ma mai la pace (versetti fuori tema che parlano solo dei pagani)

6. in un conflitto nel quale Allah stesso e Maometto sono i supremi capi e combattenti (quanti santi Patriarchi della Bibbia han combattuto al fianco di Dio e degli angeli?)

7. tanto che i due sarebbero ‘quasi sullo stesso piano’ (islamicamente, una bestemmia).

8. Dopo tanta violenza, un po’ di sesso non guasta… e si passa così alle 9 mogli del Profeta, mente gli altri devono accontentarsi di 4 (che alcuni paesi islamici proibiscano da decenni la poligamia e che altrove sia quasi scomparsa ovviamente è irrilevante)

9. abbinata ai soprusi di genere invece notoriamente assenti in tutte le altre tradizioni religiose e soprattutto nella nostra idilliaca società moderna e superiore

10. per finire con la presa in giro di alcune immagini “materialiste” del Paradiso che invece tutti gli altri avrebbero sempre e solo considerato pura beatitudine spirituale

11. così come la legittimazione della schiavitù parrebbe esclusiva coranica.

12. Sul divieto di rappresentare Maometto gli tocca tuttavia riconoscere che dai tempi antichi e fino a oggi le cose son spesso andate diversamente , ma che si debba comunque finire a stragi come quella di Parigi resta un dogma “in modo pacato e assolutamente oggettivo” indimostrato

13. soprattutto a danno dei giornalisti (Cicero pro domo sua)

14. in un indecente complotto basato soprattutto sulla corruzione.

Mi par giusto fermarmi qui, anche perché i commenti (come le sentenze) non si commentano, ma soprattutto poiché questo referto autoptico di come può ridursi il pensiero si commenta da sé.”

2. “QUANDO IL CORANO E’ ASSAI DURO… COI FALSI CREDENTI!

I versetti meno noti al grande pubblico che ne testimoniano l’enorme valore spirituale ed etico

(…) ci siam dovuti occupare di una presentazione molto discutibile del Testo sacro dell’Islam. Soggiungiamo che, se davvero fosse solamente un insieme di incitazioni alla violenza e alla sopraffazione, non si spiegherebbe come mai ne sia sorta una delle maggiori tradizioni religiose al mondo, all’ombra della cui civiltà anche ebrei e cristiani hanno potuto contribuire a eccezionali sviluppi in ogni campo del sapere e delle arti. Soprattutto resterebbe in ombra, non si capisce a vantaggio di chi, l’enorme ruolo spirituale ed etico che questo Testo ha avuto e mantiene presso una numerosissima comunità di credenti. Eccone alcuni passi, forse meno noti al grande pubblico rispetto ad altri, che illustrano bene aspetti essenziali del suo messaggio.

“I servi del Misericordioso son coloro che camminano sulla terra modestamente, e quando i pagani rivolgon loro la parola rispondono: “Pace!” / Coloro che passan la notte avanti il Signore prostrati e ritti in piedi. / Coloro che dicono: “Signore! Allontana da noi il castigo della gehenna, ché il castigo della gehenna è disgrazia lunga, / e la gehenna è orrendo soggiorno e dimora”. / Coloro che, quando danno del loro bene non si mostrano prodighi né avari, ma tengono il giusto mezzo fra i due. / Coloro che non invocano assieme a Dio un altro dio, e che non uccidono chi Iddio ha proibito di uccidere altro che per una giusta causa, che non commettono adulterio. Or colui che tali cose commette troverà punizione; / sarà raddoppiato a lui il castigo il dì della Resurrezione e vi resterà umiliato in eterno./ Eccetto chi si pente e crede, e compie opere buone; a questi Iddio tramuterà le loro opere male in buone, e Dio è indulgente clemente; / e chi si pente e opera il bene, a Dio si rivolge davvero. / Coloro che non fanno falsa testimonianza, e che, quando passano accanto a discorsi vani, lo fanno con dignità, / e che quando vengan predicati loro i Segni dei Signore non s’abbattono sordi e ciechi avanti ad essi / e che dicono: “Signore! Concedici nelle nostre spose e nella nostra progenie una frescura per gli occhi e facci modelli pei timorati di Dio!” / Questi saran ricompensati con le Sale Eccelse del Paradiso per la loro paziente costanza e saranno colà accolti con parole di saluto e di pace / e vi staranno in eterno: quale sublime soggiorno, sublime dimora! / Di: “Il mio Signore non si occuperà di voi se voi non Lo pregate. Voi avete tacciato di menzogna Iddio: verrà presto, e inevitabile, il Castigo!” (25, 63-77). “Il tuo Signore ha decretato che non adoriate altri che Lui, e che trattiate bene i vostri genitori. Se uno di essi, o ambedue, raggiungon presso di te la vecchiaia non dir loro: “Uff!”, non li rimproverare, ma dì loro parole di dolcezza. / Inclina davanti a loro mansueto l’ala della sottomissione e dì: “Signore, abbi pietà di loro, come essi han fatto con me, allevandomi quando ero piccino!” (6, 32) “In verità i dati a Dio e le date a Dio, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i sinceri e le sincere, i pazienti e le pazienti, gli umili e le umili, i donatori d’elemosine e le donatrici, i digiunanti e le digiunanti, i casti e le caste, gli oranti spesso e le oranti, a tutti Iddio ha preparato perdono e mercede immensa (33, 35). “O voi che credete! Non ridano alcuni di voi, di altri: può darsi che sian migliori di loro; e non ridano donne di altre donne: può darsi che siano quelle migliori di loro; e non vi diffamate gli uni con gli altri; e non vi scagliate appellativi ingiuriosi: brutto è il nome d’empietà dopo quello di fede. E coloro che non si pentono, quelli sono gli iniqui! / O voi che credete! Evitate molte congetture, ché alcune sono peccato, e non spiate gli altri, non occupatevi degli affari altrui, e non mormorate degli altri quando non sono presenti. Piacerebbe forse a qualcuno di voi di mangiar la carne del vostro fratello morto? No, ché certo la schifereste! Temete dunque Iddio, ché Iddio è benigno clemente (49, 11-12).

“O voi che credete! Quando v’ ingaggiate nella via di Dio, state bene attenti, e non dite a chi vi porge il saluto di “Pace!”, “Tu non sei credente!” per desiderio dei beni effimeri del mondo. Anzi, presso Dio c’è bottino abbondante. Così voi facevate prima, ma ora Dio v’ha colmato dei suoi favori. State dunque bene attenti, ché Dio ha buona notizia di quel che voi fate. / Non sono uguali agli occhi di Dio quelli fra i credenti che se ne restano a casa ( eccettuati i malati ) e quelli che combattono sulla via di Dio dando i beni e la vita, poiché Dio ha esaltato d’un grado coloro che combattono sulla via di Dio dando i beni e la vita, sopra quelli che se ne restano a casa. A tutti Iddio ha promesso il Bene Supremo, ma ha preferito i combattenti ai non combattenti per una ricompensa immensa, / gradi sublimi da lui concessi e perdono e misericordia, perché Dio è il perdonatore misericorde. / Quanto a coloro che gli angeli richiameranno mentre facevan torto a sé stessi, chiederanno loro: “Qual fu la condizione vostra?” ed essi risponderanno: “Fummo deboli sulla terra”, ma verrà loro risposto: “Non era la terra di Dio vasta abbastanza perché voi emigraste?” E il loro asilo sarà l’ Inferno: qual tristo andare! / Eccettuati saranno i deboli, uomini, donne, fanciulli che non avran potuto usare espedienti e non saran stati guidati sulla retta via, / quelli può darsi che Dio li perdoni, perché Egli è il clemente, il pietoso. / Chiunque s’allontani dai suoi sulla via di Dio troverà sulla terra numerosi luoghi d’asilo e spazio ampio, e chi esce dalla sua casa andando verso Dio e il Suo Messaggero e lo coglie la morte, Dio s’impegna a ricompensarlo, ché Dio è pietoso clemente” (4, 94-100).

“E a te abbiam rivelato il Libro secondo Verità, a conferma delle Scritture rivelate prima, e a loro protezione. Giudica dunque fra loro secondo quel che Dio ha rivelato e non seguire i loro desideri a preferenza di quella Verità che t’è giunta. A ognuno di voi abbiamo assegnato una regola e una via, mentre, se Iddio avesse voluto, avrebbe fatto di voi una Comunità Unica, ma ciò non ha fatto per provarvi in quel che vi ha dato. Gareggiate dunque nelle opere buone, ché a Dio tutti tornerete, e allora Egli vi informerà di quelle cose per le quali ora siete in discordia” (5, 48).

—–

A complemento di quanto fin qui detto, e sia per completezza d’informazione sia per sottolineare come differenti livelli di onestà intellettuale conducano a differenti risultati, va ricordato un complesso e qualificante episodio accaduto alcuni anni or sono e che Magdi Cristiano Allam senza dubbio ricorda molto bene.

Nel 2003 uscì l’edizione del Corano pubblicata dalla Newton Compton a cura di Roberto Hamza Piccardo. Si trattava dell’edizione ufficialmente diffusa dall’Unione delle Comunità Musulmane d’Italia (UCOII): e mi chiese di scriverne una Prefazione. Risposi che nel corso di essa io non avrei potuto rinunziare a ribadire la mia fede cattolica, e mi fu replicato che era proprio questo che interessava i promotori dell’iniziativa. Bisogna al riguardo tener presente che l’UCOII era considerata simpatizzante “fondamentalista”: giudicai pertanto uno straordinario segnale di amicizia e di disposizione al dialogo il fatto che proprio essa sollecitasse la Prefazione di un cattolico osservane (mi chiedo quali e quante edizioni del Vangelo dispongano di un prefatore musulmano).

L’edizione di Piccardo fu immediatamente fatta oggetto di critiche e di contestazioni: tra le voci che in questo senso si levarono apparvero significative quelle di Magdi Allam e del giornalista Pier Luigi Battista. “Il Corrriere della Sera” se ne fece portatore. Interessammo alla questione l’allora presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini, da sempre sensibile – da laico rigoroso – alla questione del dialogo tra le fedi: con lui stabilimmo di organizzare un pubblico dibattito a proposito del problema delle traduzioni del Libro santo musulmano e invitammo al confronto sia Allam che Battista; insieme con loro avrebbero dovuto discutere specialisti di obiettiva competenza quali Mario Scialoja, Massimo Campanini e appunto Paolo Branca. Cercammo in tutti i modi di ottenere la presenza di Allam e di Battista: ma non fu possibile. L’evento si tenne poi il 23 aprile del 2005 nel palazzo del Consiglio regionale della Toscana a Firenze, sotto la presidenza dello stesso Nencini – oggi viceministro alle Opere Pubbliche – e con il contributo di altri studiosi musulmani quali Khaled Fouad Allam e Mahmoud Salem Elsheikh ma in assenza dei due illustri inviati i quali non ritennero opportuno farci pervenire a proposito della loro assenza alcuna spiegazione (che, del resto, non erano tenuti a doverci).

Gli Atti di quella giornata furono pubblicati nel volume Tradurre, tràdere, tradire. Discutendo una traduzione del Corano, a cura di F. Cardini, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, 2006, la menzione del quale figura anche in Il Franco Tiratore. Bibliografia degli scritti di Franco Cardini 1957-2011, a cura di A. Musarra, Rimini, Il Cerchio, 2012, p. 361, n. 0602C, e che è ancor oggi a disposizione degli interessati. Non risulta che né Allam né Battista, ai quali va pur il merito di aver avviato con i loro rilievi questo ampio dibattito, abbiano mai ritenuto opportuno il commentare quella giornata di studio e i relativi Atti. Non commento la loro scelta né avanzo a spiegazione di essa alcuna ipotesi. Mi limito a registrare l’accaduto ribadendo dal canto mio la fiducia nell’opportunità nel confronto tra opinioni diversi e la convinzione che essa costituisca un insostituibile valore civico.

Franco Cardini

dal suo blog personale

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