I FOLLI PENSIERI DI ERASMO DA ROTTERDAM -19-
IL PEGGIO NON HA MAI FINE – L’attore inglese Rupert Everett, omosessuale e gay dichiarato ha affermato, di non riuscire “a pensare a niente di peggio che essere cresciuto da due padri”. Potrebbe esserci quanto meno l’equivalente: essere cresciuto da due madri.
I TIFOSI DEL FISCO – I mafiosi partecipano sempre in buon numero alla manifestazioni contro la mafia esibendosi fra i più accaniti. Allo stesso modo evasori ed elusori sono in prima fila a richiedere l’introduzione di una patrimoniale.
RISERVE – Bersani, che già si sentiva, investito del ruolo di prossimo presidente del consiglio è rimasto basito alla notizia della disponibilità di Monti ad un secondo incarico e della entusiastica adesione di Casini, suo potenziale alleato nel governo di centro-sinistra prossimo venturo. Ha abbozzato dicendo che spetterà al centro-sinistra governare il paese, ma che Monti resta una riserva della Repubblica. Ben inteso, le riserve restano in panchina.
L’UNITA’ D’ITALIA – 40 impiegati pubblici a Trieste e 13 a Palermo incriminati per assenteismo e truffa. Da Trieste in giù…
PENATI, LUSI, FIORITO ECC. – “Non c’è niente da fare, per vivere un po’ bene bisogna vendere l’anima”. In Italia, naturalmente. L’ha scritto in “Vino e pane” Ignazio Silone. Era l’Italia fascista del 1938. Settant’anni dopo è cambiata la forma dei contratti. Il commercio delle anime continua.
I SUCCESSI DEL GOVERNO MONTI – “Rischio Calcolato” (blog di politica attualità e cultura) fornisce i seguenti dati comparativi fra il governo Monti e i precedenti governi politici di centro-destra e di centro-sinistra, questi ultimi accomunati da una perdita di Pil dell’ 1% all’anno salita al 2% col governo tecnico, che in pochi mesi ha anche aumentato il tasso di disoccupazione rispetto alla media europea dell’1,5% mentre perfino Prodi e Berlusconi erano riusciti a scostarsene in positivo con un pur modesto miglioramento annuo dello 0,1%. Quanto al debito pubblico, il differenziale di rapporto tra Debito e Pil rispetto alla media europea, ridotto nel corso degli ultimi cinque anni dal 53% al 38%, con Monti è risalito dello 0,2%. Ugualmente, anzi peggio, è andata con l’inflazione che in Italia nel periodo 2006-2011 era pari e addirittura inferiore a quella europea ed ha avuto invece nel 2012 un fortissimo incremento soprattutto per effetto dell’aumento dell’IVA e delle accise sui carburanti voluto dal governo tecnico. Infine il dato più drammatico, quello della produzione industriale, che già pessimo con i governi politici degli ultimi 15 anni ( -1,3% rispetto alla media europea) è precipitato con Monti addirittura ad un disastroso -5,3% . Con tutto questo, frastornati dalla disinformazione dei mass-media e disgustati dal malcostume dei politici, più del 50% degli italiani vuole un Montibis. Anche l’apparenza ha il suo peso, ma l’eleganza british non è tutto.
OCCIDENTE – In Usa si chiamano lobbies. In Italia cosche.
L’ECONOMIA DAL ’68 ALLA GLOBALIZZAZIONE – “Alla fine degli anni ’60 giovani borghesi acculturati dicevano che avrebbero cambiato il mondo, così noi operai avremmo avuto una vita migliore. Per noi non cambiò nulla, loro distrussero il sistema scolastico, la moralità pubblica, però andarono al potere (molti, imbolsiti, ci sono tuttora). Poi ci convinsero che dovevamo consumare di più, dovevamo comprare, comprare. Obbedimmo. Non era più possibile con i nostri salari comprare? Nessun problema, avremmo comprato prodotti orientali, costavano meno, erano identici. La globalizzazione del commercio divenne un valore, dissero: “facciamo vivere meglio miliardi di poveracci (chi perse il lavoro si sentì più buono)”. (Riccardo Ruggeri)
UN GIUDIZIO SUL GOVERNO MONTI – “Il fatto certo è quindi che questo governo è solo l’anticamera della completa dipendenza italiana. Esso crea sconquasso, confusione, sbandamento, impoverimento, prospettiva di ulteriore peggioramento della situazione (vedi sopra i dati di Rischio Calcolato). Nel contempo, non gioca nell’ambito delle contraddizioni tra poli, ma cerca di alimentare (non da solo evidentemente) i contrasti in sede europea in modo da favorire le manovre, appunto elastiche, dell’attuale strategia statunitense mirante al caos come semplice transizione alla completa subordinazione della nostra area in vista della futura conflittualità, sempre più acuta, tra i poli in formazione. Nel caso della creazione del caos in Europa (con particolare riguardo al “casino” Italia), si mira soprattutto al conflitto con la Russia. L’Italia del ventennio passato – con qualche minore “velleità” di Berlusconi (quasi sicuramente “interessata”) – non serve in pratica più alla (neo)strategia statunitense. Tuttavia, non è ben chiaro se, a parte il gran caos (e squasso sociale) creato a bella posta, vi sia un disegno preciso circa le prossime mosse da compiere”. (Gianfranco La Grassa, 4 ottobre 2012).