TRASPARENZA – Cosa pensare di un partito (La Margherita) il cui tesoriere ((Luigi Lusi, senatore del PD, fresco fresco di espulsione) può appropriarsi di 13 milioni di euro (dicesi milioni) senza che nessuno per parecchi anni si accorga di nulla, e che per difendersi non trova di meglio che dire che il bilancio presentava singolarità e opacità fin dal 2007 senza che vi sia stato posto riparo?
DE MORTUIS… – D’accordo “nihil nisi bonum”. Ma, dal momento che in occasione della dipartita di Oscar Luigi Scalfaro, già presidente della Repubblica, le prefiche ufficiali hanno voluto celebrarlo anche come “integerrimo magistrato” sarebbe stato necessario fornire qualche notizia sulla sua attività giudiziaria. La permanenza di Oscar Luigi Scalfaro nei palazzi di Giustizia fu assai breve, ma non priva di importanti risultati. Divenuto magistrato ancora in epoca fascista (1943), nell’aprile del 1945 entrò a far parte, dietro sua richiesta, delle Corti d’Assise straordinarie, istituite per i processi contro i fascisti, venendo poi incaricato delle funzioni di pubblico ministero. In tale veste nel luglio del 1945 chiese e ottenne la condanna a morte dell’ex-prefetto di Novara Enrico Vezzalini e dei militi Arturo Missiato, Domenico Ricci, Salvatore Santoro, Giovanni Zeno, Raffaele Infante, accusati di “collaborazione con il tedesco invasore”. Tutti fucilati. In seguito il brillante pubblico ministero mise in carniere anche la condanna capitale del milite Stefano Zurlo, che tuttavia la scampò perché la sentenza venne annullata dalla Corte di Cassazione. In effetti un magistrato efficientissimo. Forse nemmeno in Cina o in Iran (certamente non negli Stati Uniti) sono molti i magistrati in grado di vantare tanti successi in in così breve periodo.
LA NOIA DEL LAVORO – Come si sa lavorare stanca. Se poi si tratta dello stesso lavoro per tanti anni la stanchezza raddoppia a causa della monotonia. Ce lo assicura il presidente del Consiglio Mario Monti e non si può non credergli dal momento che si tratta del frutto della sua esperienza personale. Solo che lui, non essendo né un “bamboccione”, né uno “sfigato” e nemmeno un comune mortale, annoiato del lavoro di docente universitario svolto per ben 41 anni, ha trovato modo di variarlo, prima passando dall’Università di Torino alla Bocconi di Milano, poi alternandovi (per i dipendenti pubblici, se occorre, c’è sempre l’aspettativa) o affiancandovi l’attività di commissario europeo, consigliere della Coca Cola Spa, di Moody’s, della Goldman Sachs. In aggiunta ha anche assunto la presidenza della Trilaterale, la co-presidenza del “Business and Economics Advisor Group” dell’Atlantic Coubncil e di membro del Comitato esecutivo del Bilderberg Club. In tanta variegatezza di esperienze gli manca solo quella (la più comune per sfigati e bamboccioni) di un periodo di disoccupazione.
ANCORA IL POSTO FISSO – D’accordo. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero in Deaglio ha il cuore sensibile e la lacrima facile. Quindi, si può immaginare, un soggetto facile a cedere al sentimentalismo e, senza troppo riflettere, all’impulso del momento. Tuttavia un minimo d prudenza quando si occupa un seggio ministeriale non guasterebbe. Lo ricorda a tutti (ministri inclusi) il vecchio proverbio che suggerisce di non parlare di corda in casa dell’impiccato. E’ vero che in questo caso la metaforica impiccata sarebbe lei, l’accademico-ministro. Ed è anche vero che ogni regola ha le sue eccezioni, ma insomma prima di chiedere al popolo di starsene buono e non disturbare il manovratore perché oggi nessuno può più permettersi il posto fisso, sarebbe saggio (e di buon gusto) accertarsi di non allevare in famiglia una di queste eccezioni. Nel caso la propria figlia, che insegna nell’università di Torino, l’Ateneo dove lavorano anche mamma e papà , quindi non solo un posto fisso, ma uno di quei posti fissi su misura di quei “mammoni” tanto criticati da una collega di mammà, il ministro Cancellieri. Si deve però riconoscere che Silvia Deaglio, senza avere bisogno degli ammonimenti di Mario Monti, si è preoccupata di evitare la noiosa monotonia del posto fisso, procurandosi un secondo lavoro. Sempre a Torino, naturalmente
VADE RETRO EURO! – Gli europeisti più assatanati speravano, probabilmente all’insegna del mal comune mezzo gaudio, che il nuovo governo danese guidato da Helle Tbhorning Schnidt (centro-sinistra) avrebbe chiesto l’ingresso del suo paese nella eurozona, ma il neo-presidente del consiglio ha risposto negativamente. Anche a Copenaghen vale il detto “accà nisciuno è fesso”.
MONTI MASSONE? – Per un paio di settimane gli Italiani che leggono quei pochi giornali non dediti all’incensamento continuo del governo tecnico e del suo presidente, si sono chiesti, chi se Mario Monti fra le numerose virtù che klo illustrano abbia anche quella di essere massone. Interpellato direttamente l’interessato ha risposto: “Cos’è la massoneria? Risposta ipocrita, ma adeguata ad una domanda idiota. Chiedere se è massone a chi ha importanti incarichi nella Trilaterale e nel Bilderberg Club è più o meno come chiedere a un membro del Sacro Collegio se e quando andrà parroco in campagna.
Francesco Mario Agnoli