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GERMANIA: ARMI NUCLEARI E SPIRALI DEL SILENZIO. di Marcello Ciola

25 Settembre 2015
in Articoli

Altre testate nucleari in Europa. Fonti tedesche dicono che 20 nuove armi nucleari saranno portate sul suolo tedesco e probabilmente su quello italiano. La stampa internazionale è unita su un unico sentimento: l’indignazione (tanto caro alle società odierne, capaci di indignarsi per qualsiasi cosa ma di reagire su niente). Ciò su cui si è divisa è il soggetto verso cui ha dispensato questo sentimento: pochi giornali hanno riservato la loro indignazione per gli Stati Uniti e molti per la Russia e la sua reazione giudicata “aggressiva”. Prima però di passare all’analisi politica e trarne le dovute conclusioni, bisogna passare attraverso due fasi di analisi altrettanto importanti: quella tecnica e quella giuridica.

Fase tecnica. Si incorre spesso nell’errore di classificare tutti gli ordigni nucleari in maniera uguale, quando, invece, vi sono classificazioni generali e specifiche tecniche che differenziano molti tipi di arma nucleare. Ciò che sarà dispiegato[1] in Germania sarà una versione aggiornata del B61, la M12. Per il lettore inesperto, questo può non significare nulla, per cui è utile dare una ulteriore spiegazione: il B61 è una bomba termo-nucleare all’idrogeno a impiego prevalentemente tattico (ma modificabile per un impiego strategico)[2] e la sua versione M11 (come anche la M12) è utile per distruggere grandi basi militari sotterranee e ben protette, innescandosi solo dopo essere affondata una decina di metri nel sottosuolo[3]. Questo genere di ordigno è stato creato per essere soprattutto aviotrasportato da jet supersonici. La versione M12 è stata creata sostanzialmente per rendere l’ordigno utilizzabile dal cacciabombardiere multiruolo F-35[4] ma ne è stata migliorata anche la capacità di precisione e penetrazione oltre che la precisione dell’esplosione. Una scelta del genere dal punto di vista “militare” e politico va nella direzione di una maggiore impiegabilità in teatri di guerra convenzionale in quanto, secondo alcune fonti, questi ordigni renderebbero trascurabili i danni collaterali (fallout e vite umane). Scelta discutibile sia sul lato tecnico (ma non ci si dilungherà su questo aspetto) sia sul lato giuridico, in quanto spinge nella direzione opposta alla non-proliferazione.

Fase giuridica. Il dispiegamento in Europa di questo genere di ordigni, come giustamente sottolinea la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, viola l’articoli 1 e 2 del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare del 1968 firmato e ratificato sia dalla Germania[5] che dagli Stati Uniti; esso viola anche il Trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) firmato tra URSS e USA nel 1987 che pose fine alla vicenda degli Euromissili. Benché la CDU (partito di governo) si sia espresso negli anni passati per uno smantellamento delle armi nucleari dal suo territorio[6], ancora non è stato in grado di opporsi alle resistenze della NATO che vuole mantenerle per proteggere il territorio tedesco da “pericoli esterni”. La Russia ha minacciato di denunciare il Trattato del ’68 e di aumentare il numero dei missili balistici sul territorio di Kaliningrad che non è detto che siano nucleari ma in tal caso si supporrebbe di sì perché la misura verrebbe attuata per ri-bilanciare l’equilibrio strategico in Europa (secondo le dichiarazioni di Viktor Ozerov, presidente della commissione difesa della camera alta russa[7]).

Aspetti politici. Questa storia ricorda quella dello scudo missilistico installato in Polonia e Romania, giustificato come “difesa contro l’Iran” (allora era ancora uno Stato Canaglia) ma secondo molti diretto contro la Russia, che rispose con l’istallazione di missili nucleari ai suoi confini. In quell’occasione tutti sottolinearono l’aggressività della risposta russa. Parimenti, anche in questa occasione molti cronisti evidenziano la decisione russa come l’ennesima conferma, dopo Ucraina e Siria, dell’aggressività di Putin. Questa “aggressività” in tutti e tre i casi è per lo meno giustificata da un atteggiamento della controparte (UE o USA) che giudicare “aggressivo” è un eufemismo. Nel nostro caso, benché la decisione di Washington sia legittima da un punto di vista politico, non lo è da un punto di vista legale. Infatti, Washington continua coerentemente a tutelare i propri interessi “giocando a scacchi” nel Mediterraneo, in Vicino Oriente e in Europa. Ciò che sorprende è l’atteggiamento tedesco o dell’UE che fanno come lo struzzo che nasconde la testa nella sabbia regalando le proprie terga (per l’ennesima volta) all’alleato d’oltreoceano. Ulteriore sorpresa viene dalla stampa internazionale: al di là delle testate filo-russe, quelle del “mondo libero” non hanno battuto i pugni sul tavolo reclamando il rispetto dei trattati internazionali o la difesa degli equilibri e della pace sul continente; anzi, preferiscono o sottolineare le ritorsioni minacciate da Mosca o, nei migliori dei casi, tacere la notizia cadendo in quella che Elisabeth Noelle-Neumann definì come Spirale del Silenzio e cioè quel processo che si crea attraverso un costante e non coerente afflusso di notizie da parte dei media che impedisce all’individuo di selezionare ed elaborare i dati e che lo porta naturalmente ad allinearsi silenziosamente a quella che è l’opinione generale per timore di rimanere isolato seppure esso ha intimamente una opinione diversa.

Ancora una volta l’Unione Europea si dimostra la patria dei buoni principi e della pessima prassi. Un ottimo palcoscenico da cui predicare il massimo bene, lasciando che si operi il peggior male.


[1] Il dispiegamento non è ancora certo, ma molto probabile. A parere di chi scrive, però, questo avverrà certamente per le ragioni che saranno spiegate in seguito.

[2] Le bombe ad impiego tattico sono quelle studiate per colpire degli obiettivi in maniera efficace e precisa. Queste sviluppano pochi chilotoni di potenza. Quelle ad uso strategico possono arrivare a centinaia di chilotoni di potenza e servono per smantellare intere metropoli o poli industriali per impedire a nemico di continuare una guerra. La B61 può sviluppare da meno di 10 a circa 340 chilotoni, dipende dall’impiego che se ne vuole fare.

[3] Sebbene è quasi impossibile da stimare l’esattezza della profondità in cui è in grado di colpire, la bomba non sarebbe in grado di distruggere i bunker più profondi costruiti negli ultimi anni come quello ultimato nel ’97 dai russi nella montagna di Kosvinsky, protetto da 300 metri di granito (la versione M11 della B61 fu pronta proprio in quell’anno).

[4] Ecco perché a parere di chi scrive questo dispiegamento avverrà: perché altrimenti il potenziale strategico/tattico e deterrente degli F-35 sarebbe molto limitato. Portare sul suolo tedesco una versione aggiornata di questi missili aumenterebbe notevolmente il potenziale deterrente della NATO.

[5] Sebbene la Germania abbia allegato al trattato una dichiarazione a cui punto 2 delega la propria sicurezza alla NATO. Ovviamente, nel trattato si parla della Germania federale, ma con la riunificazione la legislazione della Germania federata è stata estesa a quella occidentale che l’ha recepita, compresi i trattati internazionali.

[6] Concentrate nella base aerea di Büchel, dove opera la Luftwaffe e non è una base NATO. Per l’impiego degli ordigni nucleari il governo tedesco deve avere anche il nulla osta della Casa Bianca.

[7] Sputnik News, Russia, Mosca pronta ad “abbandonare” trattato di non proliferazione nucleare, 23 settembre 2015. http://it.sputniknews.com/mondo/20150923/1218087.html#ixzz3mfhgRyX5.

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