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Identità Europea
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Lo Stato inadempiente e la morte dell’economia. di Laerte Failli

9 Aprile 2013
in Articoli

Recessione,  governo instabile, Stato inadempiente, fallimenti imprese, disoccupazione, suicidi .. climax spietato della nostra società.  Cos’altro è necessario per indurci ad un serio cambiamento ?

Renzi: “Troppo tempo perso, meglio votare. Pronto a correre per le primarie”

Napolitano: “Non stiamo perdendo tempo”.

Stefano Fassina; responsabile economia Pd:” È sconcertante il rinvio del Consiglio dei Ministri per l’approvazione del decreto per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese”

Angelino Alfano; segretario Pdl: “Il governo ha rinviato il provvedimento per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, dimostrando così la legittimità del nostro sospetto e cioè che si volevano onorare i debiti caricandoli sui cittadini con l’ennesimo inasprimento della leva fiscale”

Roberta Lombardi; portavoce alla Camera del M5S: “Oggi tutti ci attendevamo che il Consiglio dei Ministri approvasse il decreto legge che sblocca il pagamento dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Ma l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri è slittata. Adesso abbiamo scoperto che il governo ha mandato il testo del decreto a Bruxelles perché gli uffici del Commissario Ue per gli Affari Economici, Olli Rehn, lo possano esaminare. Il Parlamento italiano invece non ha ancora la più pallida idea del contenuto di questo decreto. Nessuno ci ha comunicato come il governo vuole erogare effettivamente questi soldi alle imprese e soprattutto quali strumenti verranno usati per coprire queste spese. Se cioè si metteranno nuove tasse.”

Il   “saggio”  Valerio Onida; chiamato da una finta Margherita Hack per il programma «La zanzara» su Radio 24: “I saggi? Inutili, servono a coprire questo periodo di stallo. Andremo a votare presto.”

Poco saggio o troppo cosciente verrebbe da chiedersi ? Pur trattandosi di uno scherzo radiofonico, il saggio Onida come Arlecchino si confessò burlando; la verità che emerge è alquanto amara.

Il Caos è il vero padrone della politica: Ancora niente di fatto. Rinviato infatti ai prossimi giorni il consiglio dei ministri che il 4 Aprile doveva definire il testo del decreto sui debiti commerciali della pubblica amministrazione. Il ministro dell’Economia Grilli, d’accordo con quello dello Sviluppo economico Passera, ha infatti manifestato a Monti la necessità di «proseguire gli approfondimenti» dopo le risoluzioni approvate martedì da Camera e Senato.

Inoltre scongiura un aumento dell’irpef e apre alla possibilità di un congelamento del rincaro IVA.

In realtà, come riporta Repubblica, un problema tra Passera e il tesoro c’è stato: il decreto, si legge, sarebbe arrivato martedì in tarda serata al ministero dello Sviluppo economico in condizioni “farraginose”: per renderlo operativo sarebbero stati necessari 10 provvedimenti attuativi, inoltre l’erogazione delle risorse avrebbe fatto capo a ben 3 Fondi, alimentati da emissioni speciali di titoli di stato. Comuni e Regioni al momento di attingere i finanziamenti per pagare i fornitori-creditori con anticipi di cassa avrebbero dovuto impegnarsi a piani di rientro e di fatto ingessare ulteriormente il Patto di stabilità interno per  tre anni su investimenti e spesa corrente.[1]

Non si può spiegare il tutto con un gioco di contabilità. L’attuale saldo negativo dei conti deve rientrare nei limiti imposti dal patto di stabilità. Se paghiamo 80 o 90 miliardi che lo Stato deve alle imprese, delle tre l’una: o incrementiamo le entrate per una somma corrispondente, o riduciamo le uscite in pari misura, o facciamo nuovi debiti. Nel primo caso sarà aumentata la pressione fiscale, nel secondo dovremo rinunciare a beni o servizi (ma potremmo finalmente cogliere l’occasione per tagliare i costi della politica), nel terzo ci portiamo pericolosamente vicino alla deadline, quel limite del 3% che, secondo Grilli, sfioreremo appena[2] e  “scongiurato” telefonicamente dal Presidente del consiglio Monti al commissario degli affari economici Olli Rehn: nonostante lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione attraverso il decreto il Paese manterrà anche quest’anno l’impegno a contenere il deficit sotto il tetto del 3%.

Molti sono pronti a scommettere che saremo noi a pagare questo debito !!

Mentre le parole si sprecano, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi torna ancora a ribadire come le imprese abbiano il fiato corto, gli imprenditori siano allo stremo, il paese allo sbando.

Al coro che invoca ossigeno, ovvero liquidità alle imprese si unisce la voce di Carlo Sangalli; presidente di Rete Imprese Italia: “la crisi peggiora, ordinativi e fatturato a Gennaio sono crollati del 3,4 % rispetto al 2012 , il credito erogato alle imprese si è assottigliato ancora del 2,5%. Pil e consumi non rialzeranno la test neanche quest’anno. Così le imprese muoiono. “

Nell’ horrenda tempestate 2008 – 2012 il calo del fatturato, la contrazione degli ordini, l’aumento vertiginoso delle tasse, i rubinetti sempre più chiusi delle banche, hanno costretto al fallimento 52.539 imprese. Secondo i calcoli della Cgia di Mestre  (Associazione Artigiani e piccole imprese), 15.170 sono morte a causa di pagamenti mancati o ritardati; crediti non liquidati dallo Stato. 60.000 persone hanno perso il posto !

Per Bankitalia lo Stato deve 91 miliardi alle aziende italiane per lavori eseguiti e mai pagati, 21 dei quali spetterebbero al settore delle costruzioni, pesantemente condizionato dalla crisi.  Intrum Justitia, leader in Europa nel settore dei servizi di gestione e recupero crediti calcola che un quarto delle imprese fallite chiude proprio a causa dei ritardi nei pagamenti, per l’Italia questa soglia è salita nell’ultimo biennio al  31%.  Un terzo delle aziende dunque fallisce perché lavora gratis e paradossalmente ha come cliente lo Stato.

Il leader degli industriali Grilli, ha anche sottolineato che «il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione avrebbe portato nell’arco di 5 anni alla creazione di 250 mila posti di lavoro. Nel nostro Paese il problema del lavoro è centrale, la disoccupazione è arrivata al 12%, quella giovanile al 40% e come imprenditore e cittadino sono angosciato da questa situazione».

I suicidi sono la tragica conseguenza di questa fattispecie: Edoardo Bongiorno, 60 anni, figlio del partigiano che fece innamorare Edda Ciano, la figlia di Mussolini, si è sparato nel furgoncino con cui andava a prendere i clienti al traghetto per portarli al suo albergo.  Ha lasciato un biglietto sul sedile nel quale parla dei debiti che lo hanno distrutto fisicamente e moralmente. Ultimo caso di una stima impietosa: nel 2012 si sono registrati 8 suicidi al mese di imprenditori schiacciati dalla crisi. [3]

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
È nella crisi che sorge l’invettiva, le scoperte, le grandi strategia. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.”   ALBERT EINSTEIN

La citazione di Einstein dovrebbe fungere da sprone; da sveglia.. ma è anche molto riflessiva: da quanto tempo quest’Italia si guarda allo specchio ed è sempre al stessa ?

 

Tratto dal sito:

http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=3014&categoria=2&sezione=62&rubrica

 


[1] Roberto PETRINI, Slitta il decreto sblocca – crediti aumento Tares rinviato a dicembre, La Repubblica, 4 Aprile 2013

[2] Bruno TINTI, Debiti Pa, Stato debitore. Anche di promesse, IL FATTO QUOTIDIANO, 5 aprile 2013

[3] Valentina CONTE, Aziende, in 52mila non ce la fanno un terzo chiude per mancati rimborsi, La Repubblica, 4 Aprile 2013

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