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Il “terribile crimine” di Putin contro i bambini. Di Israel Shamir- copyright CounterPunch

4 Febbraio 2013
in Articoli

MOSCA – Ai molti crimini del presidente Vladimir Putin, se ne è aggiunto un altro il mese scorso, terribile: calpestare i bambini — dolci, innocenti bambini — per pura malvagità. Questo crimine è stato oggetto di tali e tanti numerosi dibattiti, da spingerne il concetto fino alla nausea, fino a farlo diventare un Meme («un’unità auto-propagantesi» di evoluzione culturale, ndt), il cui risultato propagandistico è stato riassunto perfettamente da Thomas Friedman sul New York Times: «Quando recentemente è stato messo di fronte al pessimo comportamento del suo regime, il primo istinto (di Putin) è stato di impedire ai genitori americani di adottare orfani russi, anche se molti di loro hanno un disperato bisogno di una nuova casa».

Sorprendentemente, in Russia i commenti contro il nuovo divieto sono anche più stridenti. Ad una recente conferenza stampa, non meno di otto giornalisti russi hanno attaccato Putin su questo specifico argomento, ognuno avanzando insinuazioni mascherate come domande. L’opposizione «bianca» ha marciato in forze contro i «farabutti» (come loro descrivono i sostenitori del divieto) paragonando Putin ad Erode.

Constantine Eggert, voce anti-Putin di rilevo del quotidiano Kommersant, di proprietà degli oligarchi, ha mischiato la melassa di Dickens con il veleno, per lamentare la sciagura degli orfani russi cui è stata tolta l’occasione di crescere forti e sani sotto lo splendore della bandiera americana: «Forse a causa del divieto un dolce bambino non leggerà mai Winnie the Pooh, non soffierà le candeline sulla torta di compleanno, non andrà a scuola e poi al college accompagnato dalla sua nuova famiglia felice in Texas o in California… il suo fato oscurerà per sempre la coscienza dei membri della Duma e del presidente che hanno portato via la sua occasione».

C’era da aspettarselo dai media mainstream russi, che sono in buona parte di proprietà degli oligarchi filo-occidentali. Ma la grande maggioranza dei cittadini (il 76%) approva la nuova legge che vieta agli americani di adottare bambini russi, secondo un sondaggio indipendente del WCIOM, sovvenzionato dagli USA. Il Partito Comunista all’opposizione ha votato a favore della nuova legge. La ben nota liberal-democratica e femminista Maria Arbatova, scrittrice ed ex parlamentare, molto coinvolta in adozioni e orfanotrofi, ha pubblicamente domandato il motivo per cui l’opposizione fosse tanto arrabbiata per il divieto, ed ha suggerito questa strategia: «Hanno bisogno di benzina per la loro protesta. Le Pussy Riot sono storia vecchia, questi orfani sono combustibile nuovo». Il poeta radicale e leader del vietato partito NBP, Eduard Limonov, anche lui ha appoggiato il divieto e criticato l’opposizione che difenderebbe gli interessi americani invece dei bambini russi.

Iniziamo a riflettere sul fatto che questo divieto era in attesa di essere presentato da diverso tempo; un’attesa evidentemente condizionata da strategie politiche. Prima di considerare le ragioni di una legge così incisiva, affrontiamo la questione legata al momento della sua introduzione.

La legge sulle adozioni è un codicillo ad un pacchetto più grande costruito dalla Duma con l’intento di dimostrare all’America l’opposizione della Russia alla Legge Magnitsky. La Legge Magnitsky è un atto legislativo americano particolarmente pericoloso che permette agli USA di fermare, congelare e confiscare le proprietà di cittadini russi se i loro nomi sono inseriti in una lista segreta. L’obiettivo dichiarato di questa legge americana è di colpire i potenziali responsabili della morte dell’avvocato russo Sergey Magnitsky. Magnitsky, che rappresentava un fondo americano, era stato arrestato con l’accusa di evasione fiscale ed è morto in prigione in circostanze misteriose. Ed è evidente che la Duma non ha pensato a questo pacchetti di leggi ritorsive per proteggere un paio di secondini. La questione è molto più delicata e vasta: perché ogni cittadino russo sottostà al potere di questo pannello segreto della Magnitsky e alla sua lista segreta.

La difesa dei diritti umani è stata usata come pretesto per sinistri programmi da molti governi nel corso della storia. Gli USA sono particolarmente generosi nei loro sforzi per difendere i diritti umani in tutto il mondo, e la Legge Magnitsky può essere usata per arrestare e derubare qualsiasi russo, ovunque. Ogni Tizio, Caio o Sempronio, o meglio, Ivan, Sergey e Vladimir può essere dichiarato violatore dei diritti umani secondo i concetti americani e perdere le sue proprietà, grazie a questa legge.

I cittadini della Russia hanno buone ragioni di preoccuparsi, dato che hanno legalmente investito almeno 500 miliardi di dollari in banche occidentali. L’occidente aveva caldamente incoraggiato questo trasferimento di ricchezza russa nelle banche e nelle proprietà occidentali, forse come strumento per controllare la politica russa. Zbigniew Brzezinski come è noto disse: «Dato che 500 miliardi di proprietà della cosiddetta élite russa sono detenuti nelle nostre banche, per prima cosa bisogna capire che élite è questa». La Legge Magnitsky USA ha creato lo strumento legale per impossessarsi delle proprietà dei «decision makers» del sistema russo senza nemmeno la parvenza di un legale processo democratico. Così come il presidente USA ha il potere di giustiziare qualsiasi persona sulla faccia della terra con la forza dei suoi onnipresenti droni, così può aggiungere qualsiasi nome russo alla segreta lista Magnitsky.

I leaders russi, giustamente preoccupati, hanno immediatamente preparato un intero pacchetto di contromisure alla Legge Magnitsky. Hanno creato la loro versione della Legge Magnitsky, che vieta l’ingresso e permette la confisca di Stato alle proprietà di americani violatori di diritti umani. Una tale legge potrebbe essere usata contro gli americani agenti della DEA che hanno preso in custodia Viktor Bout o contro i poliziotti americani che hanno maltrattato i dimostranti di Occupy, e anche contro i funzionari americani che mettono in pratica la Legge Magnitsky. Questa legge però è una tigre di carta, le relazioni USA-Russia non sono simmetriche e pochissimi americani hanno proprietà in Russia, o vengono qui.

Quindi i russi hanno aggiunto ancora maggior vigore al loro pacchetto anti-Magnitsky: si sono mossi al fine di controllare le ONG finanziate dagli USA, e particolarmente hanno vietato ai cittadini americani di guidare o essere membri di ONG russe con finalità politiche.

Il sostegno a questa riforme era sentito da anni: alla Russia, come a tutti i Paesi, non piace l’aperta intrusione politica di queste ONG finanziate dal Dipartimento di Stato USA e le considerano una fonte di spionaggio straniero. Tempo fa la legislazione russa aveva richiesto che i capi delle ONG straniere si registrassero come agenti esteri (come avviene negli USA) ma sfortunatamente questa legge è stata totalmente ignorata dalle ONG, e il Ministero della Giustizia russo ha preferito passarci sopra.

Cercando altri modi di esprimere la loro antipatia alla Legge Magnitsky, i politici russi hanno aggiunto un emendamento, una proposta da tempo richiesta dalla veterana parlamentare della Duma Katerina Lakhova (medico pediatra e capo della Commissione Donne, Bambini e Famiglia della Duma). La Lakhova per anni ha combattuto da sola la sua crociata contro le adozioni straniere, con scarsi risultati; fino al dicembre scorso, quando il suo emendamento è stato improvvisamente adottato dalla Duma.

Le adozioni straniere in Russia sono un lascito dell’era di Yeltsin. Ai tempi sovietici, degli orfani si faceva carico lo Stato; non era nemmeno pensabile di mandarli all’estero, anzi, era molto più comune che bambini stranieri fossero portati in Russia, per esempio i «bambini spagnoli», orfani dei combattenti partigiani anti- Franco. Negli anni ‘90, dopo il crollo dell’URSS, con milioni di persone senza lavoro e gli altri impegnati a scambiare qualunque cosa si potesse vendere per avere in cambio dei contanti, alcuni furbi imprenditori scoprirono una risorsa inesplorata: i bambini. C’è una domanda notevole e crescente di bambini, da coppie senza figli, gay e persone singole, e — spiace dirlo — gli onnipresenti gruppi pedofili e la crescente industria dei trapianti. Il mercato era pronto a pagare oltre 100.000 dollari un bambino; una fortuna per la Russia di Yeltsin. I funzionari erano corrotti, i dottori rilasciavano certificati falsi e i bambini russi finivano commerciati all’estero.

Un caso da ricordare è quello di Masha Allen o «la bambina del Disney World», come fu ribattezzata dai media USA. Aveva cinque anni nel 1998 quando fu spedita dalla sua nativa Russia a vivere con Matthew Mancuso, di 41 anni, scapolo, milionario e sfrenato pedofilo. Julian Assange scrisse: «La adottò legalmente da un orfanotrofio russo e la portò a vivere a casa sua, nel villaggio di Plum, Pennsylvania. Nei successivi cinque anni Mancuso abusò sessualmente e sfruttò Masha, filmandola e fotografandola in varie fasi, mettendo poi le immagini in internet per condividerle con altri membri di una comunità di pedofili e amanti della pedopornografia». Fu salvata nel 2003 dall’FBI, e il suo stupratore finì in prigione. Il caso divenne famoso, anche perché i responsabili di una tale adozione, da parte sia russa che americana, non sono mai stati incriminati o perseguiti.

Il recente traumatico caso di Dima Yakovlev, il cui nome da adottato in America era Chase Harrison, ha dato il nome all’emendamento di Katerina Lakhova, e l’intero pacchetto ha preso il nome di Legge di Dima. Dima Yakovlev è morto di collasso cardiaco dopo che il suo padre adottivo lo ha lasciato per nove ore in un’auto parcheggiata. Gene Weingarten ha ricevuto il Premio Pulitzer per un suo articolo su questa vicenda. I russi furono particolarmente scandalizzati che il padre negligente non sia stato punito da un tribunale americano. La tragedia iniziò in Russia quando il piccolo Dima fu separato con la forza dalla nonna e dalla sorella da funzionari corrotti, e il suo certificato sanitario falsificato.

Maria Arbatova e Katerina Lakhova citano molti orrendi casi: bambini esportati per il commercio di organi, bambini scomparsi dopo essere stati adottati da genitori fasulli, bambini adottati per essere ri-adottati, bambini scaricati in aeroporto con un biglietto di sola andata per la Russia. Queste due donne, con visioni del mondo molto diverse, concordano nel dire che le adozioni all’estero devono essere fermate. Sfortunatamente l’industria delle adozioni muove 50 milioni di dollari ogni anno, e il profitto è diviso fra oltre 80 agenzie di adozioni americane che lavorano in Russia; non si può fermare questo business di lucro in una notte. Prima della nuova legge, Lakhova era una voce nel deserto che si opponeva al peso politico delle agenzie di adozioni internazionali, contro la potenza che può generare il profitto di molti milioni di dollari. Sia la Arbatova che la Lakhova sono liete che le adozioni in America siano state finalmente fermate grazie alla Legge di Dima, ma non si fermeranno fino a che saranno fermate tutte le adozioni all’estero.

Vi sono molte ragioni non politiche per aver iniziato proprio con gli USA: gli americani si sono presi un terzo di tutte le adozioni all’estero; non hanno mai ratificato la Convenzione dell’ONU sui Diritti del Bambino; le autorità americane continuano a rifiutare ai dipendenti dei consolati russi di incontrare i bambini adottati; l’America permette alle persone che non hanno il permesso di adottare bambini americani, di adottare bambini stranieri; gli USA permettono la ri-adozione e il libero trasferimento di bambini adottati.

Ma se l’America è stata la prima ad essere cancellata dalla lista, non sarà l’ultima. Altri Paesi si fanno beffe delle leggi adottate dalla Duma. Conosco personalmente il caso di bambini russi adottati da israeliani; contro le regole esplicite, sono stati convertiti alla fede giudaica e costretti a dimenticare la loro patria, lingua e cristianesimo d’origine.

I vociferanti oppositori della nuova legge russa sostengono che gli americani adottano solo i bambini handicappati che i russi si sono rifiutati di adottare. Sulla carta sembra giusto, ma la definizione di cosa costituisce un handicap diventa nebulosa quando sono in ballo tanti soldi. I funzionari, assistenti sociali, gestori di orfanotrofio e dottori russi che cooperano per produrre i necessari documenti per trasformare un bambino sano in un handicappato sono solo pedine di un gioco più grande. Di mille bambini adottati in America l’anno scorso, meno di cinquanta erano ufficialmente dichiarati handicappati; inoltre, una recente ispezione ha provato che quasi tutti erano sanissimi, e che nella maggior parte dei casi il verdetto di handicap era emesso in cambio di una mazzetta. Incredibilmente, alcuni adottatori stranieri sono riusciti a sconfiggere la famigerata burocrazia russa, riuscendo a prendere un bambino anche in un giorno solo. Pensiamo che ci vogliono settimane a un russo per adottare un bambino russo, anche nelle migliori condizioni.

Dopo il divieto, molti casi di adozione sono stati verificati evidenziando molte violazioni. La precedente legge russa sulle adozioni permetteva di far adottare bambini russi all’estero solo se non c’erano russi in lista d’attesa. Per aggirare questa legge, funzionari russi corrotti facevano semplicemente scappare i candidati russi sostenendo che i bambini avevano l’AIDS o altre malattie incurabili. Questi funzionari corrotti non si facevano scrupolo di separare sorella da fratello, mandandoli in Paesi diversi.

In breve, la nuova legge ha rivelato terribili violazioni prima impunite.

Le adozioni che avvengono entro i confini e nella legislazione di un solo Paese, sono già di per sé difficili da valutare e giudicare. Se una coppia (o un singolo, o una coppia omosessuale) non ha bambini, forse è perché non devono averne. La gente non ha un diritto ad avere bambini, questo è un privilegio elargito dall’Onnipotente. I bambini hanno un diritto naturale a genitori naturali, e questo diritto oggi viene violato da gente coi soldi che affitta uteri o acquista bambini sottobanco. Le adozioni internazionali sono ancora più pericolose, perchè il bambino viene privato anche dei suoi parenti, della sua lingua e della sua fede.

Forse in un mondo ideale le adozioni internazionali potrebbero essere permesse, in certi casi ben valutati. Ma il mondo reale manifesta la dissimmetria delle relazioni internazionali: gente povera in Paesi poveri costretta a dare i propri figli a gente ricca in Paesi ricchi. Possono esserci americani che vanno in Russia o in Malawi in cerca di bambini, ma non ci sono bambini americani portati in Russia o in Malawi per essere adottati. Gli svedesi importano bambini dalla Corea, ma a nessun coreano finora è stato dato in custodia un bambino svedese. Anche se ogni genitore adottivo sostiene sempre di avere a cuore l’interesse del bambino, tutti in realtà derubano un Paese economicamente debole della sua ricchezza più preziosa, la sua generazione futura.

Per la Russia, la legge sarebbe dovuta arrivare molto prima. Dopotutto la Russia ora è un Paese ricco e prospero. Mosca è elegante come Parigi, e molto più cara. I redditi medi in Russia sono al pari con gli altri Paesi sviluppati.

L’America prenda nota: l’era di Yeltsin è finita. La Russia non è più una colonia. Il detrito legale dei quasi coloniali anni ’90 è stato spazzato via. Il business delle adozioni internazionali è troppo simile al traffico di minori, e i confini fra buona azione e crimine si confondono fra documenti legali, terminologia medica e denaro contante.

L’abominevole crimine del traffico di minori è molto più pericoloso del potenziale bene (in un mondo ideale) di un’adozione internazionale. Se i candidati all’adozione hanno veramente intenzioni rette ed oneste, agli USA gli orfani non mancano, né i bambini abbandonati o denutriti.

Gli americani si prendano cura di loro, e lascino che i bambini russi crescano in Russia felicemente, per quanto possibile.

Israel Shamir da Mosca – copyright CounterPunch

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