In Russia esiste un “Club di discussione Internazionale Valdai”, che per certi aspetti potrebbe ricordare il famoso Bilderberg occidentale, anche perché come questo prende il nome dalla località dove si tiene la riunione annuale: Valdai, una città della regine di Novgorod. Come al Bilderberg vi intervengono politici ed esperti di varie materie, russi e di altri paesi (all’incontro del 2013, svoltosi il 21 settembre, ha partecipato anche Romano Prodi, uno dei frequentatori del Bilderberg). Le somiglianze finiscono qui almeno a giudicare dal discorso che vi ha tenuto Putin a proposito della Russia e dei russi, che dopo essersi lasciati definitivamente alle spalle l’ideologia sovietica, devono adesso attingere in sé stessi, nella propria storia, le forze spirituali per non essere contagiati dalla crisi che devasta l’Occidente, abbattendone tutti i fondamenti morali e culturali.
E’ appunto la crisi dell’Occidente che, per la loro spietata evidenza, rende alcuni passaggi particolarmente interessanti per noi “occidentali” senza necessità di ulteriori commenti.
“Altra grave sfida all’identità della Russia è legata ad eventi che hanno luogo nel mondo. Sono aspetti insieme di politica estera, e morali. Possiamo vedere come i Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partners dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana.
“La “political correctness” ha raggiunto tali eccessi, che ci sono persone che discutono seriamente di registrare partiti politici che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei la gente ha ritegno o ha paura di manifestare la sua religione. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi; la loro essenza (religiosa) viene nascosta, così come il loro fondamento morale. Sono convinto che questo apre una strada diretta verso il degrado e il regresso, che sbocca in una profondissima crisi demografica e morale. E cos’altro se non la perdita della capacità di auto-riprodursi testimonia più drammaticamente della crisi morale di una società umana? Oggi la massima parte delle nazioni sviluppate non sono più capaci di perpetuarsi, nemmeno con l’aiuto delle immigrazioni. Senza i valori incorporati nel Cristianesimo e nelle altre religioni storiche, senza gli standard di moralità che hanno preso forma dai millenni, le persone perderanno inevitabilmente la loro dignità umana. Ebbene: noi riteniamo naturale e giusto difendere questi valori. Si devono rispettare i diritti di ogni minoranza di essere differente, ma i diritti della maggioranza non vanno posti in questione.
“Simultaneamente, vediamo sforzi di far rivivere in qualche modo un modello standardizzato di mondo unipolare e offuscare le istituzioni di diritto internazionale e di sovranità nazionale. Questo mondo unipolare e standardizzato non richiede Stati sovrani; richiede vassalli. Ciò equivale sul piano storico al rinnegamento della propria identità, della diversità del mondo voluta da Dio”.
Inutile chiedersi quanti capi di Stato occidentali avrebbero il coraggio di dire altrettanto, perché spesso non è questione di coraggio, ma di ignoranza e cecità. I più non sono consapevoli della realtà di un quadro disastrato invece così evidente agli occhi di un osservatore esterno come il leader russo. Gli altri sanno che è buona politica tenere certe dolorose verità ben celate ai loro amministrati. Non è per caso che dell’intervento gli italiani hanno conosciuto solo la battuta su Berlusconi, che avrebbe avuto meno guai giudiziari se avesse preferito gli uomini alle donne.
Voglio sperare che qualche giornale abbia concesso un po’ di spazio ad un discorso che dovrebbe interessare anche chi non lo condivide e si ostina a credere di vivere nel migliore dei mondi possibili. Per quanto mi riguarda non ne avrei saputo nulla (battutaccia a parte) se non lo avessi rintracciato in “rete”, dove è stato inserito dall’associazione “La Torre”, che, a sua volta, lo ha ripreso dalla rivista on-line EffediEffe.
Francesco Mario Agnoli