STRAGI UMANITARIE – I caccia-bombardieri, i tornados e gli altri aerei dei cosiddetti “alleati” bombardano la Libia per proteggere la popolazione civile. E già singolare che per proteggere qualcuno si tirino bombe dal cielo, ma più singolare ancora è che gli “alleati” abbiano bombardato Tripoli, indubbiamente la città libica con la più numerosa popolazione civile della Libia, ma con nemmeno un civile da proteggere dal momento che i ”miliziani” di Gheddafi (per i media occidentali non sono più semplicemente soldati, ma, appunto, miliziani, in attesa di diventare sgherri) sono da quarant’anni nella città e nemmeno si sognano di attaccarla. Ciò nonostante gli aerei umanitari hanno bombardato e ucciso almeno quaranta civili (non lo dice la Tv libica, ma il vescovo cattolico di Tripoli).
FUOCO AMICO – Almeno a due riprese i bombardieri della Nato invece che i miliziani di Gheddafi hanno accoppato un certo numero di quei ribelli cirenaici, che un giorno sì e l’altro pure invocano bombe dal cielo sulle truppe del crudele tiranno. Troppa grazia Santa Nato! Ma vuoi mettere? Morire sotto il fuoco degli aerei dei “volonterosi” non è mica come lasciarci la pelle per i colpi dei carri armati tripolini. Tutt’altra cosa.
FRANCOFILI – Gli immigrati tunisini piovuti in Italia dopo avere assicurato al loro paese i benefici della libertà e della democrazia, evidentemente non troppo soddisfacenti se hanno tanta fretta di lasciarli, sono tutti ammiratori della Francia, loro meta finale. Intanto, poco soddisfatti dell’accoglienza ricevuta a Lampedusa e a Manduria protestano e sfilano in corteo al grido di “liberté, liberté”. Peccato che a Parigi Sarkozy abbia dimenticato la “fraternité”.
ISPIRATORI – Si dà per certo che il nuovel philosophe Bernard-Henry Levy e Carlà Brunì siano stati gli ispiratori e i più accaniti sostenitori della guerra in Libia (naturalmente umanitaria come tutto quello che viene dalla patria della Rivoluzione, anche se l’umanitarismo francese ha confini ristretti e a Parigi gli emigranti dalla Libia passano per prodotti di scarto della benefica operazione). Ora va bene che la Brunì è nata in Italia, ma ormai l’abbiamo sbolognata e attualmente è “la premiére dame de France”. La colpa di avere dato i natali a madame Sarkozy quanto ci può ragionevolmente costare in termini di immigrati? Il 2% sembrerebbe già tanto.
MERCENARI – I nostri mezzibusti televisivi da qualche tempo non parlano più dei mercenari neri di Gheddafi, che pure nei primi giorni avevano insistentemente riempito i loro resoconti dalla Libia per spiegare le mancate vittorie degli eroici ribelli. Adesso, coi profughi neri in arrivo dalla Libia, riesce difficile nascondere che i presunti mercenari erano lavoratori africani emigrati da anni in Libia per fare (esattamente come in Europa) i lavori sgraditi ai libici. Sembra tuttavia che di mercenari non si possa fare a meno. Se non li ha Gheddafi provvederà la Nato. Dal momento che i ribelli non ce la fanno, i mercenari saranno utilissimi per aggirare il divieto dell’Onu all’impiego di truppe di terra Lo scrive l’autorevolissimo “Corriere della Sera” che con Washington ha un filo diretto: ”Il ricorso ai “privati” potrebbe aggirare l’ostacolo (…). È chiaro che i “contractors” sono una foglia di fico ma che sul piano legale consentirebbe agli alleati di assistere in modo diretto i nemici di Gheddafi. Lo schema potrebbe essere il seguente: il comitato libico ingaggia ufficialmente i mercenari e i paesi arabi pagano il conto mentre la coalizione sovraintende all’operazione. Come hanno segnalato molti esperti l’offensiva Nato senza il ricorso ai soldati è destinata a raggiungere risultati parziali. E i ribelli, per ora, non sono in grado di fare da soli”. “Contractors”, in linguaggio corrente “assassini a pagamento”.
LA CLASSE DIRIGENTE – In pieno Parlamento, al termine della discussione sull’immigrazione, l’on. Zazzera, dell’IdV, ha esposto un cartello con la scritta a lettere cubitali “Maroni assassino” per attribuire al ministro dell’interno la responsabilità morale dei 250 profughi morti in mare fra la Libia e Lampedusa. Perfino Di Pietro (ma dove li pesca i suoi parlamentari?) ha dovuto prendere le distanze. Sotto la zazzera niente.
Francesco Mario Agnoli